Ad Architettura progetti sostenibili per la periferia Sud di Reggio

Un semestre di studio, presenza ed ascolto sul ter

Un semestre di studio, presenza ed ascolto sul territorio, progettazione ed uso di tecnologie e software avanzati come la stampante 3d per prototipi e piattaforme collaborative per la conoscenza sui temi della rigenerazione innovativa e sostenibile dell’immediata periferia Sud di Reggio, culminato in 13 progetti di “smart mapping” ed “advanced design” elaborati da 40 giovani e che verranno condivisi con comunità, associazioni ed istituzioni. Tutto ciò è stato prodotto per “Sostenibilità ed innovazione del progetto”, corso promosso dal Dipartimento Architettura e Territorio (dArTe) e tenuto dalla professoressa Consuelo Nava insieme ai cultori della materia Giuseppe Mangano, Andrea Procopio ed Alessia Palermiti.

Venerdì pomeriggio ad Architettura si è svolto “Sustainable advanced design”, il workshop finale organizzato dall’associazione Pensando Meridiano, che nel corso di questo semestre ha dato un grande contributo in termini didattici, organizzativi, comunicativi e tecnologici. Questo evento è stato occasione per 19 studenti, 12 tesisti e 9 makers di illustrare i propri elaborati relativi ai quartieri di Gebbione, Stadio, Ferrovieri-Pescatori e Sbarre e per ascoltare i qualificati interventi della stessa professoressa Nava, dei docenti Barbara Lino (Università di Palermo), Daniele Colistra (Università “Mediterranea”), di Simone Vartolo (Arqoo) e dei rappresentanti dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Reggio Patrizia De Stefano (presidentessa) e Antonio Catanoso (consigliere). E per rilanciare il progetto della “Fabbrica urbana dell’innovazione e della creatività”, la cosiddetta “FabCity”, che “Pensando Meridiano” e “Reboot” vogliono realizzare a Calamizzi, a pochi passi dalla stazione ferroviaria Omeca, in un capannone confiscato alla ndrangheta, da bonificare da scarti ed amianto e trasformare in “hub” urbano riferimento per giovani, studenti, gruppi e tutta la cittadinanza per cultura, formazione, ricerca, impresa, sostenibilità, promozione sociale e territoriale.

Ad Architettura, sono stati protagonisti gli studenti che hanno affrontato i temi approfonditi nel semestre accademico, ossia il rapporto fra “tecnologie abilitanti e città”; la sperimentazione e l’esperienza di azioni e proposte per la rigenerazione sostenibile tra urbano ed affaccio sulla costa e tra residenziale e commerciale-industriale; una visione innovativa della città laboratorio per le comunità della città metropolitana attraverso azioni e tattiche collaborative. Nello specifico, con progetti alla scala urbana e di visioning dettagliato, di prototipazione 3 d, di definizione di dati open source e con i metodi dello “smart planning”, si è parlato di metabolismo urbano e mobilità sostenibili; qualità edilizia e servizi di quartiere; spazi residuali e pubblici; periferia pubblica e privata; spazi della temporaneità e collettivi; densità abitativa e comunità attive; spazi di conoscenza, formazione ed informazione; risorse e beni culturali, artistici, naturali ed ambientali; spazi commerciali e dello scambio e dei servizi; modelli di usi della periferia e qualità della vita. Così come di tecnologie abilitanti avanzate; gestione delle informazioni e controllo delle piattaforme collaborative; architettura; paesaggi e ambienti rigenerati, materiali e tecnologie sostenibili,  disegno di dettaglio digitale e prototipazione; eco design; recycle; ibridazione e fabbricazione digitale; autocostruzione e processi realizzativi assistiti; narrazione sociale; comunicazione integrata video e foto; storytelling di città e comunità.

«Abbiamo lavorato su questa periferia per tre motivi: le dimensioni demografiche, perché “è una città nella città”; la collocazione del nostro progetto di “FabCity”; la sperimentazione per la prima volta alle nostre latitudini del rapporto fra rigenerazione della città e tecnologie avanzate. Quaranta giovani, cogliendo desideri ed opportunità di quest’area, attraversando il territorio e dialogando con le comunità, hanno elaborato 13 progetti di mappatura innovativa e di visioni concrete sulle aree selezionate. Nei prossimi mesi i lavori verranno presentati popolazione, associazioni, gruppi interessati ed istituzioni, che potranno verificare come dentro questo programmare attento ed innovativo vi siano indicazioni e progetti per un’agenda urbana sostenibile, che parte dalla periferia Sud, ma qualifica tutta la città. Siamo soddisfatti, i giovani sono stati straordinari negli studi e nella proposta e sappiamo che è un’esperienza didattica e di ricerca che ha grandi qualità per trovare spazi di interlocuzione per le politiche urbane di cui Reggio ha bisogno e per cui con i giovani di Pensando Meridiano lavoriamo da anni» è stato il commento finale della professoressa Nava, con l’elogio e gli stimoli forniti dagli architetti esterni chiamati a darne una lettura critica.